Despacito
2024-04-25 04:14:24 UTC
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Permalinkadesso ci si mette anche la corte dei conti a sollevare dubbi
Poiché le emissioni di CO2 dei motori a combustione non sono state o non
possono essere ridotte, i veicoli a batteria sembrano essere l’unica
alternativa possibile. Gli auditor della Corte hanno riscontrato però che
l’industria europea delle batterie è in ritardo rispetto ai concorrenti
mondiali, il che mette potenzialmente in crisi la capacità interna del nostro
continente prima ancora che questa sia al massimo regime. In Europa è
localizzato meno del 10 % della produzione mondiale di batterie e tale quota è
perlopiù in mano ad imprese non europee. A livello mondiale, la Cina
rappresenta un colossale 76 %. L’industria delle batterie dell’UE è frenata in
particolare dall’eccessiva dipendenza dalle importazioni di materie prime da
paesi terzi, con i quali non sono stati sottoscritti adeguati accordi
commerciali. Ne conseguono rischi per l’autonomia strategica dell’Europa. E
questo prima ancora di considerare le condizioni sociali ed ambientali in cui
queste materie prime sono estratte.
Gli auditor della Corte hanno anche sottolineato che, nonostante un
significativo sostegno pubblico, il costo delle batterie prodotte nell’UE
resta nettamente superiore al previsto. Ciò le rende inevitabilmente meno
competitive rispetto a quelle di altri produttori mondiali e potrebbe anche
rendere proibitivi i prezzi dei veicoli elettrici europei per una larga parte
della popolazione. Da quando è stata pubblicata la relazione, le vendite di
auto elettriche nuove sono fortemente aumentate in Europa (1,5 milioni di
immatricolazioni lo scorso anno, ossia una nuova immatricolazione su sette).
Tuttavia, studi recenti mostrano che le vendite hanno beneficiato di
sovvenzioni pubbliche e hanno riguardato per lo più il segmento dai 30 000
euro in su. Il prezzo è riconducibile prevalentemente alle batterie, il cui
costo può arrivare in media a 15 000 euro in Europa. Insomma, se la capacità e
la competitività dell’UE non aumentano in misura significativa, la
“rivoluzione delle auto elettriche” in Europa rischia di basarsi sulle
importazioni e di finire per danneggiare l’industria automobilistica europea e
i suoi oltre 3 milioni di posti di lavoro nel settore manifatturiero.
Sembra che si stiano accorgendo che, va bene i buoni propositi, ma se
continuiamo così ci schiantiamo economicamente. Adesso si dovrebbero accorgere
dei Tavares di merda che continuano a delocalizzare la produzione all'estro,
intendendo per estero fuori dall'UE.